Foto  LaPresse/  Gian Mattia D'Alberto
13-08-2016  Rio De Janeiro
Sport
Giochi Olimpici Rio 2016 - Nuoto 
Nella Foto:  Gabriele Detti

Photo LaPresse/ Gian Mattia D'Alberto
13-08-2016  Rio De Janeiro
Rio 2016 Olympic  Games - Swimming
In The Picture: Gabriele Detti

Detti: vinco in piscina ma che paura il mare!

C’è un nuovo imperatore (re forse lo era già) dello stile libero italiano e non solo. Ha il volto guascone e timido insieme di Gabriele Detti. Il livornese, allenato a Ostia dallo zio Stefano Morini, bronzo olimpico a Rio 2016 nei 400 e campione europeo, agli Assoluti di Riccione ha messo assegno un triplete mica da ridire: i suoi 400 stile chiusi in 3’43″36 sono il secondo miglior tempo stagionale al mondo e nuovo record italiano: spodestato, dopo 17 anni, un altro re, Massimiliano Rosolino che col precedente primato vinse l’argento a Sidney 2000 ; Detti poi sui 200 stile libero ha trionfato in Riviera col miglior tempo mondiale stagionale (1’46″38), a nove centesimi dal record di Emiliano Brembilla; ma soprattutto ha battuto nella gara più tosta, gli 800 metri stile libero l’amico e rivale Gregorio Paltrinieri, campione europeo e olimpico in carica con un tempo (7’41″64) che è la miglior prestazione mondiale dell’anno finora. E visto che l’anno vola dritta verso i Mondiali di luglio a Budapest, il ciuffo biondo con accento toscano ha di che gongolare:«Invece no, non gongolo, lavoro e basta. La mia spinta è sempre quella che voglio andar forte. Anche perché se vado forte mi diverto e faccio divertire».

La prima molla allora non è la voglia di vincere?

«No, perché non sempre si vince. La prima molla è la passione prima di tutto. Da quando la prima volta, a 8 mesi, mi’ babbo, mi buttò a mare. Mai più uscito. Anzi no, una estate mi hanno fatto fare un corso di tennis, ma mi stava sulle balle il maestro».

Famiglia di nuotatori?

«A parte lo zio no; però mamma correva, papà vogava. Ora che ci penso, un cugino fa pallanuoto, Ma è altra cosa»

Pro e contro di aver un parente, lo zio, per allenatore?

«Parenti siamo solo il 24 e il 25 dicembre. In acqua sei atleta e ascolti. Confidenza, un pelo, il giusto. E non pigliamoci troppe libertà».

Morini è stato anche uno degli allenatori “licenziati” da Federica Pellegrini. Come si costruisce la giusta alchimia atleta allenatore?

«Bisogna credere nel progetto. Io mi sono spostato da casa a 17 anni per andare a nuotare ad Ostia. Si vabbè. Aiutava sapere che era mi’ zio. Però fondamentale è condividere un progetto, accettarlo fino in fondo. Che duri 6 anni, 8 o 10. Lavori se c’è un problema alzi la mano, e basta si va avanti, sennò è fatica sprecata».

Con Greg Paltrinieri avete sdoganato la figura del nuotatore anche un po’… “cazzaro”, non solo vasche e disciplina

«Ah voglia. Sennò impazzisci. Di simile io e Greg abbiamo la voglia di fare anche 9 km di allenamento a seduta, 16/18 al giorno. Caratterialmente siamo molto diversi. Io sembro più timido ma è lui il più riservato».

Vi sfidate e punzecchiate?

«Solo extra nuoto. Anche perché fuori dalla piscina non si parla di nuoto, sennò viene a noia».

Una passione del Detti extra nuoto?

«Mi piace molto il mare, da buon livornese, ma solo inteso come… spiaggia: ho il terrore di nuotare dove è profonda. Poi sono tifoso di tutto: sono interista, seguo il basket, l’atletica».

Che cosa ti mancherebbe nella vita se non fossi uno sportivo?

«L’adrenalina, la voglia di fare, la cattiveria agonistica, il volersi migliorare…Tutto!»

Di avversari da battere ne restan pochi…

«In questo momento ce ne sono giusto un paio che fan meglio. Ma il più duro è sempre …me stessoNei 1500 è rimasto Greg. Negli 800 Sun Hiang, il cinese. Se c’è anche qualche aiutino, chissà. Meglio non pensarci, non lo voglio nemmeno sapere e puntare solo a battere me stesso».

La bandiera che scende per voi all’Olimpiade?

«A Rio era per Greg, ma ce la siamo vissuti alla grande. Anche se un tizio ci ha massacrato perché la tenevamo al contrario. A parte i fanatici sentire l’Inno con la bandiera in mano…ho ancora i brividi»

Nuoti tutte le distanze, ma quella preferita è?

«I 400 la più difficile, sprint e lunga nello stesso tempo. Fatta quella, fatte tutte»

Musica preferita?

«Solo Rock: Red Hot Chili Peppers in giù».

Quindi è quello che da la carica in camera di chiamata dentro ai cuffioni?

«No. No! Odio isolarmi, mi piace far caciara . L’unica volta che ho tenuto i cuffioni, era perché mi stavo (abbassa la voce) ca’ando addosso, è stato prima della finale dei 400 a Rio».

http://www.federnuoto.it/discipline/nuoto/azzurri/gabriele-detti.html

https://www.arenawaterinstinct.com/it_it/